La nanotecnologia è un processo altamente tecnologico che permette di applicare ai materiali qualità presenti in natura. Grazie a questa innovazione possiamo ottenere tessuti idrorepellenti.
Tutto comincia quando viene scoperto il cosiddetto effetto loto.
Cos’è l’effetto loto?
Probabilmente tutti abbiamo visto almeno in fotografia il fiore di loto: petali ampi, di un colore che sfuma dal bianco al rosa, adagiati su larghe foglie verdi, piatte e rotonde; e su queste foglie, grosse gocce d’acqua.
(Foto di Marina Logvin da Unsplash)
Questo fiore cresce in ambienti umidi e fangosi, vere e proprie paludi, e ci si aspetterebbe di vedere foglie altrettanto sporche e bagnate: invece le foglie del fiore di loto restano sempre asciutte e pulite.
Questo avviene grazie alla particolare struttura della superficie delle foglie. Apparentemente liscia, questa superficie presenta in realtà delle increspature microscopiche, quindi invisibili a occhio nudo.
Sulle superfici con una struttura normale le gocce d’acqua aderiscono e poi scivolano, facendo penetrare lo sporco; mentre su queste minuscole increspature le gocce d’acqua non scivolano ma rotolano, portando con sé le particelle di sporco.
Tessuti nanotecnologici: innovazione e praticità
A questo punto, una volta scoperta questa straordinaria proprietà naturale, entra in campo la nanotecnologia, che permette di imitare questo effetto loto e ottenere così tessuti idrorepellenti e antimacchia.
(Foto di Julia Schwab da Pixabay)
La nanotecnologia non è un rivestimento superficiale, ma agisce in profondità a livello molecolare, quindi il tessuto mantiene tutte le sue caratteristiche naturali proprie: è atossico, traspirante, antistatico, resistente ai lavaggi sia in acqua che a secco, permette un’asciugatura più rapida, è facile da pulire con prodotti neutri evitando così l’utilizzo di solventi chimici tossici e inquinanti.
Il trattamento è inoltre permanente e mantiene le qualità dei colori e dei tessuti nel tempo.
Come smacchiare un tessuto nanotecnologico
Questa innovazione tecnologica si rivela in tutta la sua praticità quando capita di versare un liquido su un tessuto.
Sarà opportuno intervenire in due modi, a seconda della situazione:
- Se il liquido è rimasto in superficie: per rimuovere le macchie tamponare leggermente con un panno asciutto o carta da cucina.
- In caso di penetrazione dello sporco a causa di forte pressione: strofinare leggermente la parte macchiata con una spugna umida non abrasiva e risciacquare con una spugna pulita.
Per il lavaggio si consiglia di utilizzare una piccola quantità di detersivo neutro e risciacquare abbondantemente. Quando completamente asciutto, stirare a temperatura media. In ogni caso, basterà seguire con attenzione le indicazioni presenti sull’etichetta del tessuto.
Tessuti nanotecnologici per divani e poltrone
Divani, poltrone e tutti i mobili imbottiti sono ovviamente “bersagli naturali” dei liquidi che macchiano: vino, caffè, bibite, solo per dirne alcuni. E quindi i tessuti per l’arredamento sono il campo naturale di applicazione delle nanotecnologie che sfruttano le proprietà naturali dell’effetto loto.
La finitura nanotecnologica antimacchia può essere applicata a ogni tessuto, che manterrà le sue caratteristiche naturali e allo stesso tempo acquisirà le proprietà idrorepellenti.
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